Ancora oggi capita di litigare con i tassisti per via delle tariffe troppo alte, ma senza il tassametro sarebbe ancora peggio.

Probabilmente inventato dall'illusionista francese Jean Eugène Robert-Houdin, il tassametro fu reinventato e concretizzato dall'imprenditore tedesco German Wilhelm Bruhn nel 1891 e si diffuse in tutte le principali città europee nel successivo ventennio.

La rapidità con la quale venne adottato era dovuta alla convenienza delle aziende concessionarie dei pubblici trasporti che potevano così verificare gli emolumenti realmente incassati dai vetturini. Inoltre, lo strumento rappresentava anche una garanzia di equo prezzo per la clientela e la possibilità per le amministrazioni pubbliche di tassare gli incassi in ragione del loro effettivo ammontare.

Inizialmente i tassametri, chiamati compteur de voiture (contatore di vettura), vennero installati sulle vetture a trazione animale e, con la loro progressiva entrata in servizio, anche sulle vetture a motore. Il Daimler Victoria progettata e realizzata da Wilhelm Maybach nel 1897, fu la prima vettura a motore dotata all'origine del tassametro.

La sua comparsa in larga scala risale però al 22 marzo 1907 nella Londra di Sua Maestà Edoardo VII, che permise allo strumento di diffondersi anche oltreoceano, fino alla mitica New York.

In un primo momento si trattava di vetture elettriche, la maggior parte delle quali non sopravvisse a un terribile incendio nel 1907. Un’occasione d’oro per l’imprenditore Harry Allen, che importò dalla Francia 65 veicoli a motore dotati di tassametro.
L’idea di Allen era quella di sostituire definitivamente il servizio precedente, tristemente famoso per le tariffe esose e il carattere scorbutico dei guidatori. Nel giro di poco più di un anno, l’imprenditore riempì le strade di New York con ben 700 vetture. E la parola d’ordine per gli autisti vestiti in uniforme era, guarda a caso, “ cortesia verso i clienti”.

Con il passare del tempo la tecnologia entrò sempre di più nell’abitacolo delle auto gialle, il colore scelto da Allen per distinguere le proprie vetture dalle altre. All’inizio degli anni ’40 comparvero le prime ricetrasmittenti di bordo. In seguito, con l’avvento dell’elettronica, i tassametri introdussero anche un sistema di tariffazione basato sul tempo e la velocità di crociera. Una sorta di compromesso per alleggerire il prezzo delle corse nelle strade invase dal traffico.
Tuttavia, le leggende metropolitane raccontano spesso di tassisti pronti a tutto pur di strappare qualche dollaro in più ai clienti. Infatti basta sgonfiare appena gli pneumatici per aumentare la frequenza dei giri di ruota che misurano la distanza percorsa in strada.

In Italia il tassametro venne impiegato per la prima volta nel dicembre 1906, a titolo sperimentale, sulle carrozze dell'azienda francese Lafleur, concessionaria del servizio pubblico a Torino. Nell'agosto dell'anno successivo, l'azienda Fiori di Roma installò i tassametri sulle sue vetture in servizio nella Capitale, provocando uno sciopero dei fiaccherai che, comprensibilmente, vedevano di malocchio il nuovo strumento di misura e controllo del loro operato.

Nonostante il generale ostracismo dei vetturini, il tassametro s'impose velocemente in tutte le principali città italiane, per i benefici resi ai gestori, agli utenti e alle amministrazioni comunali, le quali si affrettarono a emanare nuovi regolamenti e tariffari per il servizio pubblico.


A pensarci bene il sistema utilizzato dai trasportatori nell’antica Roma era molto più democratico: un meccanismo collegato all’asse del carro liberava una sfera ogni tot giri. Così, la tariffa veniva calcolata a fine viaggio in base al numero di gettoni. Chiaro, semplice e incurante di qualsiasi ingorgo stradale.


LA SAK, quale ereditiera della KIENZLE ITALIA, invade il mercato del tassametro romano nei primi anni ottanta diffondendo la tecnologia tedesca dei più antichi orologiai europei; affiancata al marchio originale diventa presto leader in tecnologia e servizi legati al tassametro unendo la precisione tedesca e l’elevata qualità del prodotto alla cortesia e alla preparazione tecnica di noi italiani creando un binomio che ancora oggi la rende il principale punto di riferimento del tassametro in Italia.



In virtù pertanto della notevole esperienza maturata che oggi la SAK è considerato il principale centro del tassametro in Italia e tutti i nuovi produttori di tecnologia europei utilizzano la SAK come viatico di diffusione dei propri prodotti dopo avere questi superati test qualitativi all’interno dei nostri laboratori.


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